Maggio 2009

Bondi: Ca’ D’Oro spazio all’arte contemporanea

“La scelta della Fondazione Musei Civici di Venezia – ha dichiarato il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi – di consacrare la riapertura del secondo piano di Ca’ Pesaro con una mostra dedicata all’arte contemporanea, al di là della verve polemica con cui si è cercato di promuoverla, ha senza dubbio il merito di aggiungere ulteriore interesse allo splendido contesto di questa straordinaria città, quanto mai vivace nei giorni che stanno portando all’inaugurazione della 53. Esposizione Internazionale d’Arte
della Biennale. L’arte è di tutti, bisogna permetterne il godimento a quante più persone possibili e dare a ciascuno la possibilità di un confronto con le molteplici proposte del nostro tempo. E’ privo di senso presentare una mostra come “anti” o “pro” Biennale. Quello che importa è dare sempre più spazio all’arte e agli artisti contemporanei.
E’ ciò che fa il Ministero per i Beni e le Attività Culturali allestendo alla Ca’ D’Oro “L’anima dell’Acqua – Contemporary Art”. Bill Viola, Aaron Demetz, Fabrizio Plessi sono solo alcuni dei nomi che valorizzeranno questo prestigioso luogo espositivo statale. Il loro sarà un rapporto dialogico con la Biennale e il Padiglione Italia, che
restano gli spazi su cui il Ministero ha maggiormente investito, nel segno dell’arte dei nostri tempi.

Il ministro Bondi approderà in Laguna venerdì 5 giugno, alle 15.30, per inaugurare la mostra L”’Anima dell’Acqua – Contemporary Art, aperta a Palazzo Ca’ Doro dal 6 giugno al 22 novembre, a cura della Fondazione DNArt con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale della città di Venezia, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, la Regione Veneto, la Regione Lombardia, il Comune di Venezia e con il contributo di Co.Ve.Di. s.r.l., Siram S.p.a. e
AmiAcque s.r.l..

L’esposizione è un percorso nell’arte contemporanea, arricchita dalle inedite istallazioni dell’artista veneziano Fabrizio Plessi e le meravigliose video-istallazioni di Bill Viola per i quali l’acqua è un elemento fondamentale nel percorso artistico e personale, come metafora di purificazione, vita, morte, rinascita, sottolineando quindi aspetti
diversi della condizione umana, per cui l’acqua non è semplicemente una citazione fine a se stessa ma un elemento ricco di significati. La mostra inoltre unisce arte e poesia grazie al contributo di alcuni poeti contemporanei (Rondoni, Mussapi, Pontiggia, Giudici, Coppioli, Conte, Cerarosco) che ripercorrono con le loro opere i temi della
mostra, offrendo un panorama completo della suggestione che l’acqua imprime all’umanità nel suo aspetto espressivo collettivo ed individuale. L’esposizione ospita alcuni artisti contemporanei (Aikman, Andersen, Arrivabene, Buccella, Coltro, Costa, Damiani, Demetz, Ghibaudo, Gilardi, Inferrera, Papetti, Raffaelli, Robusti, Stoisa) i
quali, nel loro percorso artistico hanno affrontato il tema dell’acqua sposando il percorso scientifico della mostra.

Shepard Fairey oggi in Piazza San Marco


Dal 30 maggio al 5 giugno
Shepard Fairey, l’artista che ha curato l’immagine del presidente americano Barak Obama durante la campagna elettorale, per la prima volta in Italia, lavorerà a Venezia per creare murales e opere d’arte che serviranno a finanziare i restauri promossi da “Sms Venice”, onlus dedicata alla salvaguardia del patrimonio artistico e architettonico della città. Dopo l’estate le opere saranno battute in un’asta a Londra o a New York per offrire un palcoscenico mondiale all’evento, sperando che altri artisti aderiscano alla campagna per Venezia.

Il programma:
Sabato 30 maggio: performance dal vivo in Piazza San Marco. L’artista dipingerà una sua opera direttamente su pannelli di legno che saranno installati su una struttura autoportante realizzata in struttura Layer a cura della ditta Bullo Tecnologie e Servizi. La struttura sarà collocata nell’area prospiciente il cantiere sul lato delle Procuratie Nuove. La struttura di dimensioni mt. 6 x 3 sarà collocata ad una distanza di rispetto del cantiere di circa 2 mt e non inficerà la visibilità dei cartelli descrittivi del cantiere. A protezione della pavimentazione sarà posizionato un telo. L’orario previsto per l’allestimento è dalle ore 7 alle ore 10; performance: dalle ore 10 alle ore 18; disallestimento: dalle ore 18 alle ore 20.

Domenica 31 maggio: performance dal vivo in Campo S. Margherita. L’artista dipingerà una sua opera direttamente su pannelli di legno che saranno installati su una struttura autoportante realizzata in struttura Layer a cura della ditta Bullo Tecnologie e Servizi. La struttura, di dimensione mt. 6 x 3 sarà collocata nei pressi del fronte della casa del Boia. A protezione della pavimentazione sarà posizionato un telo. L’allestimento sarà eseguito dalle ore 7 alle ore 10; performance: dalle ore 10 alle ore 18; disallestimento: dalle ore 18 alle ore 20.

Mercoledì 3 giugno: performance dal vivo nella sede dello Iuav in Marittima. L’artista dipingerà una sua opera o sul perimetro esterno della cabina Enel prospiciente al Magazzino Ligabue oppure, se non vi fosse la disponibilità, direttamente su pannelli di legno che saranno installati su una struttura autoportante realizzata in struttura Layer a cura della ditta Bullo Tecnologie e Servizi. La struttura, di dimensione mt. 6 x 3 sarà collocata all’interno dello spazio vicino ai Magazzini Ligabue. La performance si svolgerà dalle ore 10 alle ore 18.

Venerdì 5 giugno: performance dal vivo all’Accademia delle Belle Arti. L’artista dipingerà una sua opera direttamente su pannelli di legno che saranno installati su una struttura autoportante realizzata in struttura Layer a cura della ditta Bullo Tecnologie e Servizi. La struttura, di dimensione mt. 6 x 3 sarà collocata nel chiostro interno all’Accademia. La performance si terrà dalle ore 10 alle ore 18

ALLA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM LA TORRE GOTICA DI WIM DELVOYE

La torre gotica di Delvoye

Dal 3 giugno al 22 novembre la Collezione Peggy Guggenheim ospiterà Torre la nuovissima
creazione dell’artista belga Wim Delvoye: una torre gotica, alta circa 10 metri, realizzata in corten
tagliato a laser, espressamente ideata per svettare, con le sue finestre ogivali e i suoi pinnacoli, sulla
terrazza di Palazzo Venier dei Leoni, sovrastando così le acque del Canal Grande.

Sospesa fra architettura e ornamento, l’opera di Delvoye, dalla forza eterea e visionaria, ma anche
dalla fortissima presenza materiale, trae ispirazione dai più famosi esempi di architettura gotica, da
Notre Dame a Parigi alla Cattedrale Saint John the Divine a New York. Dalla fusione del sublime
con i più avanzati strumenti della tecnologia computerizzata, nasce una torre capace di unire nella
propria struttura forme gotiche attinte sia dalla realtà che dai dipinti e dalle incisioni romantiche di
artisti come Caspar David Friedrich e Karl Friedrich Schinkel.

Nell’articolata pratica artistica di Wim Delvoye da sempre gli opposti si attraggono: il sacro si fonde
al profano, il passato al presente, l’ornamento vince sulla mera funzionalità. La sua arte celebra quel
paradosso basato sulla pratica surrealista che unisce nella stessa opera elementi e idee differenti, in
apparenza privi di alcun legame se non quello di una ibridazione estetica. Nella torre gotica sulla
terrazza della Collezione Peggy Guggenheim confluiscono tutti questi elementi che dal contrasto
tra la torre stessa e l’edificio di Palazzo Venier dei Leoni traggono la forza provocatoria e
anticonvenzionale che dà vita al paradosso surrealista.

Wim Delvoye sostiene che: “Se il Rinascimento è stato un mondo, il Gotico è stato una mentalità. Il
Rinascimento è un’epoca chiusa, dura cinquant’anni e poi arriva il Manierismo. Il gotico invece è
arte eterna. E l’occhio umano che ha una vista stroboscopica, tra le trasparenze, i ricami, i piani che
si sovrappongono, nell’ascesa al cielo di un edificio gotico trova la gioia dello sguardo”.

Nato nel 1965, Wim Delvoye vive e lavora a Gent, Belgio. Ha ottenuto l’attenzione della critica
internazionale grazie alle sue partecipazioni alla Biennale di Venezia nel 1990 e nel 1999, e nel 1992
a Documenta IX. Alcuni suoi ultimi progetti nel corso del 2008 comprendono la personale presso
l’Ernst Museum di Budapest (febbraio-marzo 2008), la presentazione di una delle sue macchine
“Cloaca” al Glenbow Museum di Calgary (giugno-agosto 2008), la presenza all’interno di mostre
collettive al MARTa di Herford (aprile-giugno 2008), al Weserburg di Brema (maggio 2008) e al
CAPC di Bordeaux (giugno-settembre 2008).

Biennale Arte 53. Esposizione Internazionale d’Arte Yoko Ono e John Baldessari Leoni d’oro alla carriera

John Baldessar e Yoko OnoGli artisti Yoko Ono e John Baldessari – fra le più importanti personalità nell’arte del nostro tempo – sono i due Leoni d’oro alla carriera della 53. Esposizione Internazionale d’Arte (Venezia, 7 giugno > 22 novembre 2009). Il riconoscimento – attribuito dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore Daniel Birnbaum – sarà consegnato ai due artisti a Venezia il 6 giugno 2009, nel corso dell’inaugurazione della 53. Esposizione, Fare Mondi.
“I Leoni d’oro alla carriera celebrano due artisti il cui lavoro all’avanguardia ha aperto nuove possibilità di espressione poetica, concettuale e sociale per gli artisti di tutto il mondo, che si esprimono attraverso ogni linguaggio”, ha dichiarato il Direttore Daniel Birnbaum. “Yoko Ono e John Baldessari hanno dato forma alla nostra comprensione dell’arte e al suo rapporto con il mondo nel quale viviamo. Il loro lavoro ha rivoluzionato il linguaggio dell’arte e rimarrà fonte di ispirazione per le generazioni a venire.”

Yoko Ono (Tokio, 1933) è una figura chiave nell’arte del dopoguerra. Pioniera della performance art e dell’arte concettuale, è oggi una delle artiste più influenti. Molto prima di diventare un’icona nella cultura popolare, ha sviluppato strategie artistiche che hanno lasciato una traccia duratura sia nel suo nativo Giappone, sia in Occidente.

John Baldessari (California, 1931) è uno dei più importanti artisti visivi di oggi. Spesso ritenuto il più autorevole docente d’arte dei nostri tempi, ha innanzitutto sviluppato un proprio specifico linguaggio visivo. Dagli anni ’60 ha lavorato in molte discipline e ha realizzato un eccezionale corpus d’opere che ha ispirato diverse generazioni di artisti.

www.labiennale.org

Eugenio Scalfari: L’uomo che non credeva in Dio. Un grande giornalista si racconta tra religione, laicità morale e politica

Eugenio Scafari: L'uomo che non credeva in DioVenerdì 12 giugno, alle 20.45, il fondatore di La Repubblica, Eugenio Scalfari, sarà ospite dell’Ordine dei giornalisti del Veneto nell’Aula Magna dell’Ateneo Veneto, a Venezia, nell’ambito del ciclo di incontri “In Punta di penna”, dedicato ai protagonisti dell’informazione.

La presentazione del suo ultimo libro, “L’uomo che non credeva in Dio”, sarà l’occasione per un dibattito su temi di grande attualità e interesse: religione, laicità, morale e politica. A confrontarsi con Scalfari saranno l’avvocato Alfredo Bianchini e Luigi Zanda, coordinati dal presidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori.

“L’uomo che non credeva in Dio” (Einaudi, 2008) è un’autobiagrafia nella quale Scalfari ripercorre l’avventura della sua vita: a partire dall’infanzia, passando per gli anni di formazione (la scoperta della filosofia al liceo di Sanremo, compagno di banco di Italo Calvino) dal periodo dell’educazione fascista alla la scoperta della politica, alle grandi scelte esistenziali. Fino ad arrivare all’impegno giornalistico, che dura da oltre sessantacinque anni, e alla fase della vecchiaia. Il tutto in un percorso di continua tensione intellettuale: nel libro i ricordi, i dati personali, diventano occasione di riflessione sulla vita, sui valori. Lo sforzo di Scalfari di riordinare la propria esistenza – con razionalità venata di scetticismo – costituisce un tentativo di comprendere e raccontare gli altri; di mostrare e, se possibile, i meccanismi che regolano il vivere sociale.

“In Punta di Penna” è un ciclo organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto in collaborazione con Ferpi, Enel e con lo Studio Systema di Venezia, finalizzato a stimolare un dibattito attorno alle problematiche dell’informazione e sui temi di maggiore attualità, dalla guerra ai diritti negati; dal velo islamico imposto alle donna, ai minori, dai diritti contesi alla scrittura. Dal 2008 hanno partecipato lo scrittore francese Daniel Pennac, i giornalisti Riccardo Iacona e Daniela Sgrena, l’avvocato Cesare Rimini, il giudice Antonella Magaraggia, la professoressa Marilisa D’Amico e l’ex procuratore di Venezia, Ennio Fortuna.

Dopo l’appuntamento con Eugenio Scalfari, il ciclo riprenderà a settembre con un ricco calendario di incontri ai quali hanno già dato l’adesione l’ex direttore de La Stampa e attuale presidente dell’agenzia Ansa, Giulio Anselmi, e l’inviato del Corriere, Gianantonio Stella.

Biennale Arte all’insegna dell’accessibilità

Tra le tante novità della 53. Esposizione Internazionale d’Arte, che aprirà al pubblico il prossimo 7 giugno, il Servizio Informahandicap del Comune di Venezia, segnala in particolare l’accessibilità del percorso espositivo per le persone disabili. E’ stato infatti predisposto un nuovo ingresso, grazie alla realizzazione di un ponte che collegherà il Giardino delle Vergini nell’Arsenale e l’area di Campo Ruga a Castello, con accesso in Salizada Streta.

Il ponte, lungo 13 metri e largo 1,50, con gradini agevolati e una pendenza del 14%, sarà costruito nella stessa posizione di un antico ponte, demolito nell’Ottocento. Per l’entrata all’Arsenale sarà aperto un varco nelle mura. Le due sedi espositive saranno quindi collegate da un percorso accessibile. Le persone con disabilità potranno scendere alla fermata Actv di San Pietro o a quella dei Giardini e passare da una sede all’altra senza incontrare ostacoli.

Il traguardo è stato raggiunto anche grazie e a due interventi di eliminazione delle barriere architettoniche avviati dal Comune di Venezia e da Insula Spa. Il primo sul Ponte di San Pietro, dove sono state predisposte delle rampe amovibili, il secondo su quello di Quintavalle lungo il quale, in attesa della passerella definitiva, ne è stata allestita una provvisoria.

Anche quest’anno il Servizio Informahandicap ha predisposto un pieghevole informativo con la pianta del percorso accessibile e le indicazioni sulla fruibilità dei singoli padiglioni. Il materiale sarà scaricabile online e in distribuzione alle biglietterie della Biennale. www.comunicare.venezia.it

ARRIVING AT THE PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION A GOTHIC TOWER BY WIM DELVOYE

 

From June 3 to November 22 the Peggy Guggenheim Collection presents Belgian artist Wim Delvoye latest creation Torre: a corten steel Gothic tower constructed, with its ogival windows and its turretts, to rise over the terrace of the Palazzo Venier dei Leoni, overlooking the Grand Canal

Considerazioni su Rauschenberg di Susan Davidson e David White

Giovedì 28 maggio, alle ore 19, all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, il quarto e ultimo appuntamento con il ciclo di quattro conferenze introduttive alla mostra Robert Rauschenberg: Gluts, che aprirà il 30 maggio alla Collezione Peggy Guggenheim, è con  i curatori della mostra, Susan Davidson, Senior Curator, Collections & Exhibitions, Museo Solomon R. Guggenheim, New York, e David White, Curator, Robert Rauschenberg Estate.  Attraverso un vero e proprio dialogo, i due relatori affronteranno la nascita dei Gluts, approfondiranno il rapporto che ha unito Robert Rauschenberg alla città di Venezia, e racconteranno aneddoti della vita del grande artista americano, scomparso un anno fa. La conferenza si svolgerà in inglese con traduzione consecutiva in italiano. I quattro incontri propongono di raccontare il complesso percorso artistico di Rauschenberg, analizzando non solo la poetica della sua arte ma anche il fitto tessuto delle relazioni con artisti suoi contemporanei, che tanta influenza esercitarono sull’evoluzione dell’arte americana ed europea dal secondo dopoguerra. 

Biennale d’Arte: Anton’s Memory di Yoko Ono

La Fondazione Bevilacqua la Masa ospiterà lesposizione personale Antons Memory di Yoko Ono, che il 6 giugno riceverà il Leone dOro alla Carriera dalla Biennale di Venezia. Lartista, nota dalla prima metà degli anni sessanta come performer davanguardia e una delle fondatrici di Fluxus, ha costruito una esposizione che vuole essere un vasto affresco della sua pratica artistica. Il titolo della mostra, ANTONS MEMORY, rimanda alla vita di una donna vista attraverso gli occhi del figlio, e della sua debole memoria, come dice Yoko Ono stessa. La mostra è pensata appositamente per gli ambienti di Palazzetto Tito e
comprende un continuo bilanciamento tra lavori vecchi e nuove opere: film,
composizioni sonore, sculture, disegni e dipinti, oltre ad alcune installazioni interattive che coinvolgeranno il pubblico stesso. Saranno presenti, tra laltro, molti accenni alla materia del corpo e al senso del tatto: per esempio la scultura Touch me III a conterrà, come stipati in cassetti preziosi, dei frammenti di corpo femminile.
Al centro dellallestimento compariranno due versioni, una recente e quella originale, della performance Cut Piece, del 1965 e del 2003. In questa performance, lartista concede al pubblico di tagliare progressivamente parti del suo abito. Nella prima versione Yoko Ono ha 32 anni, nella seconda ne ha 70 questa differenza da cosi modo di vedere la consistenza delle tracce lasciate su di noi dal passare del tempo. Elmetti militari della seconda guerra mondiale contenenti pezzi di cielo; il video di un tentativo inutile di strapparsi il reggiseno e respirare liberamente (una metafora questa di liberazione femminile); un suono insistente di tosse; tavoli, carte e penne perché chiunque possa scrivere il proprio pensiero e lasciarne una traccia; il libro di ricette per azioni artisticheGrapefruit (1964) lasciato in giro come un elemento generativo per tutto il resto; nella sala maggiore del palazzetto veneziano tra finestre ogivali aperte sulla natura o chiuse da vetri colorati tavoli per giocare a scacchi in tutta calma,… tutto cio ed altro ancora, accanto ad una colonna sonora commovente, completeranno il percorso della mostra punteggiato anche dalla mano dellartista che scriverà sui muri, di suo pugno, parole e poesie. Lintero allestimento negli ambienti di Palazzetto Tito formerà un insieme unitario che evoca la memoria di Anton. Qualcosa che possiamo vedere come una storia codificata, cioè la vicenda di un figlio adulto che ripensa, attraverso segni e reperti, alla vicenda esistenziale di sua madre.

Nelle parole della curatrice del progetto, Nora Halpern: Anton’s Memory rimanda al pensiero di Yoko Ono sulluniverso, un luogo in cui ogni cosa èconnessa al resto, e il regno del tempo in cui tutti viviamo. Attraverso la sua installazione alla Bevilacqua La Masa,come negli altri lavori pensati per Venezia e per la performance che prenderà forma al Teatro La Fenice in programma per il giorno 11 Settembre, lartista evoca memorie che appartengono al vissuto personale, così come ai desideri e alle relazioni collettive.

In occasione della mostra sarà pubblicato un libro dartista come estensione durevole infinita della mostra. Oltre a questo, una brochure con i testi della curatrice Nora Halpern e di Angela Vettese, Presidente della Fondazione.

Yoko Ono

Nata nel 1933 a Tokyo, Yoko Ono è una delle pioniere dellArte concettuale, e una delle artiste più influenti del Ventesimo secolo. Nel 1952 è fra le prime donne in Giappone a studiare filosofia. Dalla metàdegli anni Cinquanta si trasferisce a New York, dove prende parte alla vibrante scena artistica che include, fra gli altri, il compositore John Cage e artisti del calibro di La Monte Young. È proprio con Young che nel 1960 Yoko Ono dà vita a una serie di incontri nel suo loft vicino Canal Street, a cui partecipano non solo giovani artisti e musicisti come Jasper Johns, Gorge Maciunas – poi fondatori del movimento Fluxus  e Robert Rauschenberg, ma anche icone del mondo artistico come Marcel Duchamp, Max Ernst, Peggy Guggenheim e Isamu Noguchi. Dallinizio della sua carriera ad oggi, lopera di Yoko Ono non ha mai smesso di influire sulle generazioni degli artisti che le sono seguiti. Il suo impegno per la pace, iniziato col marito John Lennon, non si è mai interrotto, neanche dopo la sua morte.

 

Sede
Palazzetto Tito
Apertura
29 maggio 2009 – 20 settembre 2009
Orario
10:30 – 17:30
Chiusura
lunedì e martedì
Inaugurazione
28 maggio ore 16.00
Prezzo biglietto
intero 3 euro euro; ridotto 2 euro euro

Curatore
Nora Halpern
 

Informazioni
Fondazione Bevilacqua La Masa
tel. 041/5207797, tel. 041/5208879
fax 041/5208955

Visita ufficiale in laguna. Carlo e Camilla: coppia reale a Venezia

La coppia reale d’Inghilterra ha visitato Venezia fra l’attentissimo servizio di vigilanza e i molti curiosi.

PASSAGGIO SOTTO IL PONTE DELLA COSTITUZIONE DI CALATRAVA

Carlo d’Inghilterra, nel corso della sua visita a Venezia, ha visto il Ponte della Costituzione, il quarto che attraversa il Canal Grande, ideato dall’architetto Santiago Calatrava. Non si è trattato di una visita ma di un rapido 
passaggio. E’ arrivato via acqua dall’aeroporto Marco Polo di Tessera al Venezia Terminal Passeggeri per partecipare al convegno “Città sostenibili per una vita migliore”. Gli otto motoscafi del corteo, attraversato un tratto della laguna sono entrati in Canal Grande e percorrendolo sono passati sotto il Ponte della Costituzione. Il Principe di Galles, abito grigio e cravatta con una sobria fantasia nerazzurra, ha fatto ingresso al Venice Terminal Passeggeri sottoponendosi ai flash di decine di fotografi che lo attendevano con trepidazione.

 

L’APPELLO DI CARLO DI INGHILTERRA 

Per il principe Carlo d’Inghilterra, Venezia non deve diventare un “parco a tema storico”. Ne ha parlato al convegno “Città sostenibili per una vita migliore”, al Venezia Terminal Passeggeri. Secondo il principe, si può pensare di sviluppare “le zone post industriali, come la laguna di Venezia, in modo da rispettare la fama della città quale apogeo di architettura ed edilizia”. Il tutto “dimostrando la ricca varietà di espressione negli edifici che deriva da una città sviluppatasi nel tempo e che è, allo stesso tempo, una tradizione vivente ed una città aperta alle diverse influenze culturali e naturali”. “Credo che sia necessario identificare – ha proseguito il
principe – i principi fondamentali che stanno alla base della gloria di Venezia, portandola nell’era moderna ed unendo il meglio del vecchio e del nuovo”. Tutto questo, secondo Carlo d’Inghilterra, alla luce del fatto che “le fondamenta industriali alla base del successo del Ventesimo secolo non possono essere trasferite senza alcun tipo di adattamento al Ventunesimo secolo”. A conclusione dell’evento il presidente del Terminal, Alessandro Trevisanato, ha donato a Carlo d’Inghilterra una statua in vetro di Murano di Archimede Seguso raffigurante un’ancora mentre il presidente del Porto di Venezia, Paolo Costa, ha donato una targa.

 

VISITA DI UN APPARTAMENTO A SAN GIOBBE

Intermezzo molto veneziano per il principe Carlo d’Inghilterra che ha visitato l’appartamento al piano terreno della casa di San Giobbe in Calle delle Beccarie 792. Un’abitazione di impianto seicentesco restaurata dall’amministrazione comunale su progetto di Unesco e The Venice in Peril Fund, presieduto da Lady Francis Clarke, che lo ha guidato nella visita assieme all’assessore comunale ai lavori pubblici. Il principe Carlo, assieme all’ambasciatore britannico in Italia Edward Chaplin, ha conversato con gli inquilini Giorgio Giupponi e Uberta Maso, non prima di aver ascoltato con estremo interesse, per oltre 15 minuti, le spiegazioni sul restauro da parte dei vari tecnici e progettisti che hanno seguito il recupero dell’abitazione. 
“E’ stato un restauro dovuto, dopo l’alluvione del novembre 1966 – ha commentato l’assessore Mara Rumiz  durante il piccolo rinfresco nel giardino sul retro dell’abitazione – ma che anche grazie all’importantissimo contributo di Unesco e The Venice in Peril Fund, ha voluto riportare a Venezia i veneziani che, senza casa, avrebbero dovuto allontanarsi dalla propria città”.
L’assessore ha ricordato che lo stabile, di proprietà del Comune, è stato assegnato a quattro famiglie che avevano già il provvedimento di sfratto esecutivo. ‘Un restauro dunque emblematico – ha concluso l’assessore – in ragione di queste finalità”.

 

LA CURIOSITA’ NELL’APPARTAMENTO DI SAN GIOBBE

Il principe di Galles Carlo Windsor ha ricambiato con gentilezza squisitamente reale l’ospitalità della famiglia veneziana che lo ha accolto nella loro abitazione. A sorpresa, il principe, ha preso in mano il vassoio ed ha offerto i dolciumi agli ospiti veneziani, ringraziandoli per l’accoglienza riservata. Carlo d’Inghilterra, uscito dall’abitazione, è stato accolto dagli studenti della Facoltà di Economia dell’Università di Ca’ Foscari di Venezia. Il principe ha chiesto agli studenti come vadano gli studi e gli esami e ha loro augurato “good luck”.

 

“MARIA STUARDA” AL GRAN TEATRO LA FENICE

Il principe di Galles è ripartito in motoscafo per la visita al Teatro La Fenice dove si è ritrovato con la moglie, la duchessa di Cornovaglia, Camilla, che nel pomeriggio ha visitato la Collezione Peggy Guggenheim. La coppia 
ha assistito alla “Maria Stuarda” di Gaetano Donizetti. L’interpretazione del regista Denis Krief è di un’opera che mancava dalla Fenice da 169 anni., Maria Stuarda è di fatto lo scontro tra due Donne e Regine — Elisabetta d’Inghilterra e Maria Stuarda di Scozia — in balìa dei due poli: l’amore e il potere, che più condizionano l’essere umano

 

di Federica Repetto

Veneto Globale

mensile di attualità, cultura e informazione della Giunta Regionale del Veneto

 

http://www.regione.veneto.it/VenetoGlobale/NewsView.aspx?idNews=479