Maggio 2011

I volti di Francesca Leone alla Biennale di Venezia 2011

Dal 4 giugno l’artista romana selezionata da Ennio Morricone esporrà al Padiglione Italia un dittico della serie Flussi Immobili

L’artista sarà presente alla Conferenza Stampa di presentazione del Padiglione Italia venerdì 3 Giugno alle ore 11.30.
Disponibile ad interviste.

L’artista romana Francesca Leone sarà fra i 219 artisti presenti al Padiglione Italia della 54esima Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia 2011,che si aprirà il prossimo 4 giugno.
La grande interprete della rinata corrente figurativa esporrà un dittico monumentale ed inedito appartenente alla serie Flussi Immobili (Galleria Moncada, 2010) che, insieme all’opera Respiro/Breath (Palazzo Venezia, 2008), l’ha consacrata come una delle pittrici più interessanti del panorama contemporaneo.

L’evoluzione della sua ricerca artistica – che si distingue per l’innovativa sintesi tra occhio fotografico ed estro pittorico – muove da un momento di vita personale. Questa nuova fase di genesi creativa è contraddistinta dai volti solcati e quasi sciolti da una pioggia sottile, volti che sembrano sul punto di spirare eppure riemergono con un respiro liberatorio che si trasforma in una vero e proprio atto di sopravvivenza. Come l’artista trova nel suo sentirsi disorientata, annegata e alienata le basi per un nuovo linguaggio pittorico, così i suoi soggetti si muovono lungo la linea sottile tra vita e morte, essere e non essere. Lo scorrere dell’acqua quasi cancella i volti, purificandoli della loro apparenza, delle inibizioni e degli schemi sociali, per restituirli ad una solennità ancestrale ed eterna al tempo stesso.

L’espressività drammatica e quasi surreale dei volti di Francesca Leone trova la testimonianza felice e commossa nelle parole di Ennio Morricone che ha scelto Francesca per questa biennale, Premio Oscar alla carriera per le musiche della storia del grande cinema, membro della giuria di 150 intellettuali selezionati da Vittorio Sgarbi.

“La prima volta che ho visto i lavori di Francesca Leone ho provato una forte e straordinaria emozione. La sua arte non passa inosservata, i suoi “Volti” giganteschi che stentano a restare entro i confini della tela si impongono e catturano prepotentemente l’attenzione. I close-up così intensi mi ricordano fortemente quelli di suo padre Sergio, da cui ha ereditato la passione per l’immagine. La gestualità potente e la forza della sua pittura, non sembrano poter essere il frutto di quella esile bambina, di cui conservo la memoria. Che siano i ritratti di Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela o quei volti sconosciuti a parlare per lei, la sua voce colpisce con la forza straordinaria del talento e mi
arriva come una musica, che si impone. E ascolto. Mi ascolto”

Francesca Leone
Francesca Leone nasce a Roma in una famiglia di artisti, il padre Sergio è il celeberrimo regista, autore di alcuni capolavori della cinematografia mondiale, la madre è stata la prima ballerina al Teatro dell’Opera di Roma. Dopo aver seguito il corso di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, decide di dedicarsi interamente alla pittura. Frequenta una scuola di perfezionamento, laureandosi, sotto la guida del professore Lino Tardia alla Libera Accademia di Belle Arti della Rome University of Fine Arts. Inizia la sua attività espositiva nel 2007 partecipando alla mostra curata dal professore Claudio Strinati per l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite ai Musei Capitolini di Roma. Segue la sua prima personale al Loggiato di San Bartolomeo di Palermo nell’aprile
2008. E’ con Bonalumi, Gallo, Guccione e Mitoraj una degli artisti invitati a realizzare un’opera per la mostra “Galilei Divin Uomo” che si svolge nel dicembre 2008 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli di Roma su iniziativa della World Federation of Scientists. A fine 2008 Palazzo Venezia le dedica una mostra personale curata ancora una volta dal professore Claudio Strinati. Nel marzo del 2009 viene invitata dal comune di Napoli ad esporre le sue opere nel prestigioso Castel dell’Ovo.
A giugno espone il ritratto del maestro Ennio Morricone, al quale l’American Academy in Rome ha assegnato il prestigioso premio”Mc Kim 2009”. A fine giugno è invitata ad esporre una parte consistente della sua produzione pittorica nel più prestigioso Museod’arte moderna e contemporanea (MMOMA) della capitale russa, mostra, curata dal professore Maurizio Calvesi.
L’artista diventa Membro Onorario dell’Accademia Russa delle Arti la cui onorificenza le viene insignita dal Presidente dell’Accademia Zurab Tsereteli in un’apposita cerimonia nel Moscow Museum of Modern Art. Nel marzo del 2010 la galleria Valentina Moncada le dedica una personale a Roma dal titolo “Flussi Immobili.” Nello stesso mese viene invitata a partecipare alla mostra “Arte Contemporanea per il Tempio di Zeus” nella meravigliosa atmosfera della Valle dei Templi di Agrigento, insieme ad altri importanti artisti. Per i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia le viene chiesto
di creare appositamente un’opera su Giuseppe Garibaldi. Il ritratto verrà poi esposto da settembre 2010 ad aprile 2011, nel Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, per la mostra dal titolo “Giuseppe Garibaldi… tutt’altra Italia io sognavo.”

L’inedito ciclo di opere presentate da Francesca Leone, prende avvio dall’opera Respiro/Breath elaborata in occasione della mostra di Palazzo Venezia, che rappresenta da una parte un punto di chiusura con i ritratti precedentemente realizzati, e dall’altra denota una linea di svolta. Il soggetto, dal volto solcato da una sottile pioggia, riemerge da un profondo oscuro e il suo respiro liberatorio si trasforma in un vero e proprio atto di sopravvivenza. Quel sentirsi annegata, disorientata, alienata ha fatto si che la pittrice ponesse le basi per ricominciare con una nuova genesi artistica.
Da questo elemento biografico muove la ricerca di Flussi Immobili. Il titolo ha una doppia valenza: da una parte il flusso dell’acqua crea un passaggio, un movimento; dall’altra si assiste all’esplosione dell’io colta in un istante per essere resa eterna. Ancora una volta il linguaggio di Francesca Leone porta avanti la sua ricerca sul ritratto e si esprime in una sacralità che diventa universale e abbraccia l’uomo comune. Tutti questi volti, che affiorano dietro una pioggia di acqua e nello stesso tempo ne vengono soffocati, sono portati alla realizzazione di se stessi tramite una vera e propria purificazione che cancella l’apparenza e abilita ad un incontro con quel carattere più introspettivo e inconscio, spesso celato da inibizioni e schemi sociali. In questo modo, l’artista elimina il superfluo e coglie l’essenziale nell’anima di ogni espressione narrata, dotando questo ritratto sulla fragilità umana di una forte solennità e presenta una rassegna di inquadrature disposte nello spazio in un crescendo di emozioni. Un conflitto concettuale accentuato dalla linea che separa il confine tra l’essere e il non essere, tra l’inizio e la fine, queste immagini così intense, arginate in primissimi piani, riportano spontaneamente a un significato esistenziale antico ed eterno. Se l’acqua infatti, intesa junghianamente, è il simbolo del flusso dell’inconscio, questa rappresenta anche il risveglio in un processo che dalla morte torna alla vita.
Per Francesca Leone la fotografia è il principio per la realizzazione di un modello che rielabora e ricostruisce nel corso del procedimento pittorico. Rispetto alla produzione precedente infatti, l’artista non si serve più di immagini trovate, ma concepisce i suoi soggetti immortalandoli, assimilandoli per poi rielaborarli e renderli eterni.
L’espressività accesa solca i confini del surreale ed è sostenuta da una maturazione cromatica e un effetto plastico che rende i toni drammatici, incisi nel forte chiaroscuro che segna i volti. I colori sono fermi, vivi, luminosi e intensi. Ancora una volta l’occhio fotografico di Francesca Leone prevale e si sviluppa ulteriormente grazie al suo estro pittorico generando una sintesi acuta e profonda già nota ma altrettanto innovativa.

Come ha scritto il prof. C. Strinati “La pittrice è così radicata nel nostro tempo da restituire, nelle sue immagini, quelle tensioni, quelle ansie, e quelle speranze che ognuno di noi non può non provare nel concreto della propria esperienza. È un’arte, insomma, che parla a tutti ma nel contempo è il prodotto di una complessa elaborazione scaturita dalla onnipresente dialettica tra positivo e negativo, tra entusiasmo e frustrazione, tra conoscenza vera del mondo intorno a noi e dubbio sulle concrete possibilità di esprimerci”

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Enrico David Repertorio ornamentale

La Fondazione Bevilacqua La Masa presenta la prima mostra personale in Italia di Enrico David (Ancona, 1966), che aprirà al pubblico martedì 31 maggio, alle 18.30. L’evento espositivo ospitato nelle sale di Palazzetto Tito, a cura di Milovan Farronato, costituisce una tappa significativa in un percorso artistico compiuto prevalentemente all’estero.

Tappeti, puff, tavoli e paraventi. Modellini di interni e nuovi disegni. In Repertorio Ornamentale, i fasti e la quotidianità domestica di Palazzetto Tito, una delle sedi della Fondazione Bevilacqua La Masa, rivivono nell’immaginario di Enrico David. L’evento è realizzato con il supporto di Michael Werner Gallery, New York, di Fiorucci Art Trust e di Vhernier.

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Studio Pesci di Federico Palazzoli
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Carlo Scarpa Camping Fusina allo Spazio TF di Venezia

Si preannuncia un vero e proprio evento a Venezia, nel periodo dell’anno più ricco di manifestazioni artistiche, la mostra dedicata ad uno dei più grandi maestri dell’Architettura del Novecento: “Carlo Scarpa. Camping Fusina” si propone, tramite disegni (parte dei quali esposti per la prima volta) e fotografie storiche di Ferruccio Leiss, di far conoscere meglio, al pubblico internazionale uno dei lavori meno conosciuti del maestro veneziano. La vernice si terrà il 1˚ giugno, alle 19.30, nel polifunzionale Spazio TF, che apre proprio con questo evento. All’inaugurazione della mostra che vede come curatori, per allestimento organizzazione e testi Paolo Falcon e Riccardo Petito (progetto grafico dello Studio Kirchmayr), interverranno Tobia Scarpa, Vittorio Sgarbi e Francesca Valente, coordinatore degli Istituti Italiani di Cultura per il Ministero degli Affari Esteri e il Padiglione Italia, Biennale 2011.

Carlo Scarpa. Camping Fusina
Disegni e fotografie
Spazio TF
Zattere, Rio Terà Foscarini – Dorsoduro 909/b
Vernice: 1 giugno ore 19.30
Apertura: 2 giugno – 16 settembre
Orario 10-17, da lunedì a sabato

Segreteria organizzativa
T +39 041.5231337
info@carloscarpa-fusina.it
www.carloscarpa-fusina.it

Marina Resort Punta Gabbiani: l’eccellenza della ristorazione

Nella splendida laguna di Marano, tra Venezia e Trieste, al riparo dai venti e dalle mareggiate, il complesso nautico Marina Punta Gabbiani Aprilia Marittima si presenta come base ideale per la nautica da diporto nell’Alto Adriatico e come centro di benessere e di privacy preziosa. Una darsena di 300 posti barca, da 12 a 25 metri, con dotazioni complete, un ampio piazzale con pontili sopraelevati a servizio di un attrezzatissimo dry marina per imbarcazioni da 7 a 15 metri, piscine, vasche idromassaggio, parco giochi, ristorante ed ogni tipo di servizio integrato, fanno di Marina Punta Gabbiani uno dei centri nautici più efficienti d’Europa.

Il Bar & Restaurant Punta Gabbiani è gestito da Luigino Cassan, già Maitre di alberghi di lusso e dell’Orient Express. Da diciassette anni è l’Amministratore de La Dogaressa Catering & Banqueting realtà tutta veneziana, nonostante egli vanti origini friulane. La Dogaressa Catering & Banqueting annovera tra la propria clientela nomi importanti del gotha della finanza, dell’imprenditoria, della politica, della cultura, della moda e del cinema. E’ il caso di Robert De Niro, Jeremy Irons, Julian Schnabel, Naomi Campbell, Steve McQueen. Robert Polet, presidente di Gucci Group, ha voluto Cassan per le edizioni lagunari del Gucci Award a Palazzo Grassi, così dicasi per Jaeger Le Coutre, curatori ed artisti di Biennale Arte e Biennale Architettura e del comitato per la salvaguardia Venice Foundation. Tutti sono affascinati dall’estro, dal talento, dalla bravura, dalla serietà e dall’innata professionalità di Luigino Cassan e dei suoi collaboratori. Impegno e continua ricerca: queste in sintesi gli ingredienti che hanno permesso a Luigino Cassan di imporsi in un settore creando una nicchia d’eccellenza nel mondo della ristorazione.

PUNTA GABBIANI BAR & RESTAURANT
Viale Aprilia Marittima
Latisana Marittima (Ud)
puntagabbiani@ladogaressa.it
www.ladogaressa.it
cell. 335.7636507

Visita del Papa a Venezia

Venezia, 7 maggio 2011
Piazza San Marco

Discorso del Santo Padre
Testo originale

Signor Cardinale Patriarca,
Confratelli nell’Episcopato,
Signor Sindaco e distinte Autorità,

Cari fratelli e sorelle!

Rivolgo un cordiale saluto a ciascuno di voi, che dalle varie “calli” e dai “campi” di questa meravigliosa Città siete
confluiti su questo Molo, per esprimere il vostro affetto al Successore di Pietro, venuto in pellegrinaggio nelle terre di San Marco. La vostra presenza, accompagnata da vibrante entusiasmo, esprime la vostra fede e la vostra devozione, e questo è per me motivo di grande gioia. In particolare, ringrazio il Signor Sindaco per le nobili espressioni che, anche a nome dell’intera Città, mi ha rivolto e per i sentimenti che mi ha manifestato; con lui, saluto e ringrazio tutte le altre Autorità civili e militari, che sono venute ad accogliermi.

Oggi ho la gioia di poter incontrare la gente di questa laguna. Vengo in mezzo a voi per rinsaldare quel profondo
vincolo di comunione che storicamente vi unisce al Vescovo di Roma e di cui sono testimoni anzitutto i venerati Pastori che da questa Sede patriarcale sono passati a quella di san Pietro: molti di voi conservano vivo il ricordo del Patriarca Albino Luciani, figlio di queste terre venete, che divenne Papa con il nome di Giovanni Paolo I; e come non ricordare il Patriarca Angelo Giuseppe Roncalli, che, divenuto Papa Giovanni XXIII, è stato elevato dalla Chiesa alla gloria degli altari e proclamato beato? Ricordiamo infine il Patriarca Giuseppe Sarto, il futuro san Pio X, che con il suo esempio di santità continua a vivificare questa Chiesa particolare e tutta la Chiesa universale. Testimonianza della sollecitudine pastorale dei Papi per la vostra Città sono anche le visite pastorali compiute dal Servo di Dio Paolo VI e dal Beato Giovanni Paolo II. Anch’io, sulle orme di questi miei Predecessori, ho voluto venire oggi in mezzo a voi, per portarvi una parola di amore e di speranza, e confermarvi nella fede della Chiesa, che il Signore Gesù ha voluto fondare sulla roccia che è Pietro e ha affidato alla guida degli Apostoli e dei loro successori, nella comunione con la Chiesa di Roma “che presiede alla carità” (S. Ignazio).

Cari amici, secondo le tradizioni veneziane avete voluto accogliermi in questo luogo suggestivo, che è come la porta di accesso al cuore della Città. Da qui lo sguardo abbraccia il sereno bacino di San Marco, l’elegante Palazzo Ducale, la meravigliosa mole della Basilica marciana, l’inconfondibile profilo della città, giustamente detta “la perla dell’Adriatico”. Da questo molo si può cogliere quell’aspetto di singolare apertura che da sempre caratterizza Venezia, crocevia di persone e comunità di ogni provenienza, cultura, lingua e religione. Punto di approdo e di incontro per gli uomini di tutti i continenti, per la sua bellezza, la sua storia, le sue tradizioni civili, questa Città ha corrisposto nei secoli alla speciale vocazione di essere ponte tra Occidente ed Oriente. Anche in questa nostra epoca, con le sue nuove prospettive e le sue sfide complesse, essa è chiamata ad assumere importanti responsabilità in ordine alla promozione di una cultura di accoglienza e di condivisione, capace di gettare ponti di dialogo tra i popoli e le nazioni; una cultura della concordia e dell’amore, che ha le sue solide
fondamenta nel Vangelo.

Lo splendore dei monumenti e la fama delle istituzioni secolari manifestano la storia gloriosa e il carattere delle
genti venete, oneste e laboriose, dotate di grande sensibilità, di capacità organizzative e di quello che nel linguaggio quotidiano viene detto “buon senso”. Tale patrimonio di tradizioni civili, culturali ed artistiche ha trovato un fecondo sviluppo anche grazie all’accoglienza della fede cristiana, che affonda le sue radici molto lontano, già dalla nascita dei primi insediamenti di questa laguna. Con il passare dei secoli, la fede trasmessa dai primi evangelizzatori si è radicata sempre più profondamente nel tessuto sociale, fino a diventarne parte essenziale. Ne sono visibile testimonianza le splendide Chiese e le tante edicole devozionali disseminate tra calli, canali e ponti. Vorrei ricordare, in particolare, i due importanti Santuari che, in tempi diversi, vennero edificati dai veneziani in ottemperanza ad un voto, per ottenere dalla Provvidenza divina la liberazione dalla piaga della peste: eccoli di fronte a questo Molo, sono la Basilica del Redentore e il Santuario della Madonna della Salute, entrambi mete di numerosi pellegrini nelle rispettive ricorrenze annuali. I vostri padri ben sapevano che la vita umana è nelle mani di Dio e che senza la sua benedizione l’uomo costruisce invano. Perciò, visitando la vostra
Città, chiedo al Signore che doni a tutti voi una fede sincera e fruttuosa, capace di alimentare una grande speranza e una paziente ricerca del bene comune.

Cari amici, la mia preghiera si eleva a Dio per implorare che effonda le sue benedizioni su Venezia e il suo
territorio. Invito tutti voi, cari Veneziani, a ricercare e custodire sempre l’armonia tra lo sguardo della fede e della ragione che permette alla coscienza di percepire il vero bene, in modo che le scelte della comunità civile siano sempre ispirate ai principi etici corrispondenti alla profonda verità della natura umana. L’uomo non può rinunciare alla verità su di sé, senza che ne soffrano il senso della responsabilità personale, la solidarietà verso gli altri, l’onestà nei rapporti economici e di lavoro.

Mentre, al crepuscolo di questo giorno ci introduciamo nella festa domenicale, disponiamoci a celebrare la Pasqua
settimanale del Signore con la gioia che caratterizza il tempo pasquale e con la certezza che Gesù ha vinto la morte con la sua risurrezione e ci vuole far partecipi della sua stessa vita. Affidandovi alla materna protezione di Maria Santissima, invoco su questa Città, su quanti la abitano, su chi la governa, su chi si prodiga a renderla sempre più degna di Dio e dell’uomo la Benedizione del Signore.