La Fondazione Bevilacqua la Masa ospiterà l’esposizione personale Anton’s Memory di Yoko Ono, che il 6 giugno riceverà il Leone d’Oro alla Carriera dalla Biennale di Venezia. L’artista, nota dalla prima metà degli anni sessanta come performer d’avanguardia e una delle fondatrici di Fluxus, ha costruito una esposizione che vuole essere un vasto affresco della sua pratica artistica. Il titolo della mostra, ANTON’S MEMORY, rimanda “alla vita di una donna vista attraverso gli occhi del figlio, e della sua debole memoria”, come dice Yoko Ono stessa. La mostra è pensata appositamente per gli ambienti di Palazzetto Tito e
comprende un continuo bilanciamento tra lavori vecchi e nuove opere: film,
composizioni sonore, sculture, disegni e dipinti, oltre ad alcune installazioni interattive che coinvolgeranno il pubblico stesso. Saranno presenti, tra l’altro, molti accenni alla materia del corpo e al senso del tatto: per esempio la scultura Touch me III a conterrà, come stipati in cassetti preziosi, dei frammenti di corpo femminile.
Al centro dell’allestimento compariranno due versioni, una recente e quella originale, della performance Cut Piece, del 1965 e del 2003. In questa performance, l’artista concede al pubblico di tagliare progressivamente parti del suo abito. Nella prima versione Yoko Ono ha 32 anni, nella seconda ne ha 70 questa differenza da cosi’ modo di vedere la consistenza delle tracce lasciate su di noi dal passare del tempo. Elmetti militari della seconda guerra mondiale contenenti pezzi di cielo; il video di un tentativo inutile di strapparsi il reggiseno e respirare liberamente (una metafora questa di liberazione femminile); un suono insistente di tosse; tavoli, carte e penne perché chiunque possa scrivere il proprio pensiero e lasciarne una traccia; il libro di “ricette per azioni artistiche”Grapefruit (1964) lasciato in giro come un elemento generativo per tutto il resto; nella sala maggiore del palazzetto veneziano tra finestre ogivali aperte sulla natura o chiuse da vetri colorati tavoli per giocare a scacchi in tutta calma,… tutto cio’ ed altro ancora, accanto ad una colonna sonora commovente, completeranno il percorso della mostra punteggiato anche dalla mano dell’artista che scriverà sui muri, di suo pugno, parole e poesie. L’intero allestimento negli ambienti di Palazzetto Tito formerà un insieme unitario che evoca la memoria di Anton. Qualcosa che possiamo vedere come una storia codificata, cioè la vicenda di un figlio adulto che ripensa, attraverso segni e reperti, alla vicenda esistenziale di sua madre.
Nelle parole della curatrice del progetto, Nora Halpern: Anton’s Memory rimanda al pensiero di Yoko Ono sull’universo, un luogo in cui ogni cosa èconnessa al resto, e il regno del tempo in cui tutti viviamo. Attraverso la sua installazione alla Bevilacqua La Masa,come negli altri lavori pensati per Venezia e per la performance che prenderà forma al Teatro La Fenice in programma per il giorno 11 Settembre, l’artista evoca memorie che appartengono al vissuto personale, così come ai desideri e alle relazioni collettive.”
In occasione della mostra sarà pubblicato un libro d’artista come estensione durevole infinita della mostra. Oltre a questo, una brochure con i testi della curatrice Nora Halpern e di Angela Vettese, Presidente della Fondazione.
Yoko Ono
Nata nel 1933 a Tokyo, Yoko Ono è una delle pioniere dell’Arte concettuale, e una delle artiste più influenti del Ventesimo secolo. Nel 1952 è fra le prime donne in Giappone a studiare filosofia. Dalla metàdegli anni Cinquanta si trasferisce a New York, dove prende parte alla vibrante scena artistica che include, fra gli altri, il compositore John Cage e artisti del calibro di La Monte Young. È proprio con Young che nel 1960 Yoko Ono dà vita a una serie di incontri nel suo loft vicino Canal Street, a cui partecipano non solo giovani artisti e musicisti come Jasper Johns, Gorge Maciunas – poi fondatori del movimento Fluxus – e Robert Rauschenberg, ma anche icone del mondo artistico come Marcel Duchamp, Max Ernst, Peggy Guggenheim e Isamu Noguchi. Dall’inizio della sua carriera ad oggi, l’opera di Yoko Ono non ha mai smesso di influire sulle generazioni degli artisti che le sono seguiti. Il suo impegno per la pace, iniziato col marito John Lennon, non si è mai interrotto, neanche dopo la sua morte.
Palazzetto Tito
Apertura
29 maggio 2009 – 20 settembre 2009
Orario
10:30 – 17:30
Chiusura
lunedì e martedì
Inaugurazione
28 maggio ore 16.00
Prezzo biglietto
intero 3 euro euro; ridotto 2 euro euro
Curatore
Nora Halpern
Informazioni
Fondazione Bevilacqua La Masa
tel. 041/5207797, tel. 041/5208879
fax 041/5208955